In un angolo recondito della Teverina, una zona della Tuscia al confine tra il Lazio e l’Umbria, su di un territorio costituito perlopiù da depositi vulcanici, sorge uno dei paesi meno conosciuti dal turismo di massa, ma sicuramente tra i più originali: Sant’Angelo di Roccalvecce.
Perché è diventato famoso?
Questo paese non è servito dalle principali arterie stradali e ormai è scarsamente popolato, con i giovani che ovviamente, pensando al proprio futuro, volgono lo sguardo verso altre mete sia per quanto riguarda l’università che per il mondo del lavoro. Cosa fare dunque per accendere i riflettori sul borgo? L'
ACAS, Associazione Culturale Arte e Spettacolo, qualche anno fa ha deciso di trasformare il paese in un museo a cielo aperto, con un percorso composto principalmente da murales, ma arricchito anche da installazioni, sculture e opere d’arte con un tema comune: il mito delle favole, le storie che fin da bambini ci accompagnano nel percorso di crescita e formazione.
Quali fiabe sono raffigurate?
Il primo murale è stato quello di “Alice nel Paese delle Meraviglie”, che si trova nella piazza centrale del paese, e sono raffigurati, oltre alla protagonista, anche tutti gli elementi che caratterizzano la fiaba di Lewis Carrol: l’orologio, le carte, il Bianconiglio, con la particolarità che sono raffigurati anche i bambini di Sant’Angelo che scoprono il telo sotto il quale metaforicamente è nascosta l’opera.
Proseguendo nell’itinerario sono rappresentate tante altre fiabe, come il “Piccolo Principe”, “Pinocchio”, “La piccola fiammiferaia”, “Peter Pan”, “Aladdin”, “Hansel e Gretel”, “Don Chisciotte”, “La spada nella roccia” e “Il libro della giungla”.
In totale sono più di venti i murales che abbelliscono il borgo e hanno contribuito a rianimarlo.
E allora cosa aspetti? Se sei in viaggio in Italia come
turista oppure
risiedi stabilmente nel nostro Paese, non perdere l’occasione di tornare bambino e lasciati avvolgere dalla magia delle favole.
Lascia un commento
Commenti