Le brillanti scienziate italiane che hanno fatto la storia

Quando si parla di scienza, purtroppo per via delle convenzioni sociali inculcate nel nostro cervello per osmosi, si immagina erroneamente sempre una figura maschile. Associamo quest’immagine alla scienza perché si è sempre glorificato il lavoro degli scienziati e troppo poco quello delle scienziate. Cerchiamo di correggere quest’errore informandoci. In questo articolo ricorderemo brevemente l’operato di alcune scienziate italiane. Ovviamente non riusciremmo mai a riportare una lista completa però ecco alcune:

Rita Levi Montalcini

Orgoglio ed eccellenza dell'Italia, Rita Levi Montalcini ha dedicato tutta la sua vita allo studio del cervello umano. Negli anni Cinquanta con le sue ricerche ha scoperto e identificato l'NGF, cioè il fattore di accrescimento della fibra nervosa, che le ha valso nel 1986 il premio Nobel per la medicina. È stata la prima donna a essere ammessa alla Pontificia accademia delle scienze.

Margherita Hack

Lavorò tutta la sua vita nel campo dell'astrofisica, ed è nota per i suoi studi sugli spettri stellari. È stata per lungo tempo membro dei gruppi di lavoro dell'ESA e della NASA e ha ottenuto fama internazionale per i gruppi di lavoro italiani sui satelliti.

Laura Bassi

Conseguì la laurea in Filosofia nel 1732 e fu la seconda donna laureata in Italia, e prima al mondo ad ottenere una cattedra universitaria, per la stessa materia nella quale aveva conseguito il titolo universitario. Inoltre, iniziò ad appassionarsi alla fisica sperimentale, ottenendo nel 1766 una cattedra per l'insegnamento di questa materia a Bologna.

Elena Lucrezia Cornaro

Fu una studentessa brillante e si dedicò alle discipline matematiche, al greco, al latino e alla Teologia. Nel Seicento le autorità ecclesiastiche non accettavano che una donna potesse laurearsi in Teologia e, infatti, solo grazie all'intervento del padre, molto influente nella società veneziana dell'epoca, riuscì a conseguire la laurea in Filosofia, risultando la prima donna della storia a aver conseguito un dottorato. Il cervello non ha genere, il cervello funziona oppure no. L’importante è rendere giustizia a quelli che lo istruiscono, lo raffinano e lo usano.

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