L’Italia è un paese magnifico, pieno di
arte, storia, cultura, borghi favolosi e
paesaggi stupefacenti. Ma l’Italia non è solo questo, come in tutte le cose ci sono dei lati negativi che caratterizzano il Bel paese, e purtroppo, non sono pochi.
Tra questi lati negativi, ce n’è uno che desta la nostra attenzione più di altri, si tratta del lavoro nero.
Definizione
Secondo Alvise Moro, avvocato giuslavorista dell’omonimo studio legale:
“
il fenomeno del lavoro nero, definito anche “sommerso” o “irregolare”, consiste nella pratica di impiegare lavoratori subordinati senza aver comunicato l’assunzione al Centro per l’Impiego, con ogni conseguenza sotto il profilo retributivo, contributivo e fiscale.
Non solo, ma il lavoratore che presta la propria attività lavorativa in assenza di regolare contratto di lavoro non ha copertura assicurativa, né tutela in caso di licenziamento.”
Il tema del lavoro a nero, in Italia, rappresenta una vera e propria piaga del mondo del lavoro, che ha ripercussioni anche a livello sociale. Molto spesso i lavoratori che subiscono questo tipo di situazioni sono i cittadini stranieri, non consapevoli della
legislazione italiana in materia di lavoro e
assistenza sindacale.
Il Caporalato
Tra gli esempi più sgradevoli da riportare in materia di lavoro sommerso che intacca i cittadini stranieri vi è il lavoro nei campi, che prende il nome di caporalato, ovvero, nelle parole del dizionario Treccani:
“
Forma illegale di reclutamento e organizzazione della mano d’opera, spec. agricola, attraverso intermediarî (caporali) che assumono, per conto dell’imprenditore e percependo una tangente, operai giornalieri, al di fuori dei normali canali di collocamento e senza rispettare le tariffe contrattuali sui minimi salariali.”
Questi temi, oltre ad avere pesanti ripercussioni sociali ed economiche sui singoli cittadini stranieri, creano anche un problema economico nazionale, dato che le autorità competenti non possono rintracciare il valore economico creato dallo sfruttamento.
Welcome Association Italy è doppiamente coinvolta sul tema del sommerso. Da un lato, queste pratiche illegali vanno in direzione opposta all’assistenza che il nostro sindacato intende fornire individualmente ai cittadini stranieri che arrivano in Italia. Dall’altro, queste pratiche aberranti e retrograde risultano particolarmente sgradevoli in quanto contrarie ai principi dell’assistenza sindacale che WAI fornisce ai lavoratori in quanto sindacato.
Cosa fare?
Non c’è una soluzione univoca per risolvere il problema del lavoro a nero. L’unico contributo attivo che i lavoratori, italiani e stranieri, posso dare per uscire da questo vortice è quello di denunciare alla Guardia di Finanza, autorità competente per queste denunce, coloro che perpetrano questa vile forma di sfruttamento.
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