La polveriera mediorientale, il conflitto in Rwanda, le guerre jugoslave e, infine,
la guerra in Ucraina. Quali sono gli elementi in comune di questi conflitti che hanno devastato, e in alcuni casi, continuano a devastare paesi, popolazioni e
culture?
Tra le risposte al quesito sopracitato, una viene molto spesso dimenticata, in quanto reputata di minore importanza rispetto agli interessi di natura politica, economica e/o militare. Stiamo parlando del
tema delle minoranze. In tutti i conflitti elencati precedentemente, la scintilla è sempre stato il riconoscimento, o mancato riconoscimento, di alcuni diritti inalienabili da parte della maggioranza.
Il caso ucraino è solo l’ultimo in ordine cronologico. La genesi del conflitto che sta dilaniando il cuore dell’Europa continentale, almeno dalla prospettiva dell’invasore, risiede nel tentativo russo di correre in soccorso della minoranza russofona residente nella parte orientale dell’Ucraina. Secondo l’invasore, infatti, la minoranza russofona ha subito continue vessazioni e soprusi per mano del governo ucraino.
Avendo definito che, alla base di molti dei più sanguinosi conflitti del XX e XXI secolo, c’è una causa o concausa legata alle minoranze che vivono in un Paese, proviamo a capire come viene trattato questo spinoso argomento a livello italiano.
Cosa sono le minoranze
Secondo Francesco Capotorti, celebre giurista italiano, una minoranza è:
“
un gruppo numericamente inferiore al resto della popolazione di uno Stato, in posizione non dominante, i cui membri possiedono caratteristiche etniche, religiose o linguistiche che differiscono da quelle del resto della popolazione, e mostrano, anche solo implicitamente, un senso di solidarietà, diretta a preservare la loro cultura, tradizioni, religione o lingua”.
Ne deriva che esistono minoranze linguistiche, etniche e religiose riconosciute dal sistema giuridico italiano. Queste ultime, sebbene rientrino nella definizione di minoranza, godono, come tutti i cittadini italiani, dell’ombrello fornitogli dall’Articolo tre della Costituzione:
“Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali.”
Quali sono le minoranze in Italia
In Italia, attualmente, sono state riconosciute ben dodici minoranze linguistiche e culturali: albanesi, catalane, germaniche, greche, slovene, croate, francesi, franco-provenzali, friulane, ladine, occitane e sarde.
Per ognuna di queste minoranze, la Costituzione italiana ha previsto delle norme apposite, volte a tutelare e insegnare le lingue minoritarie nelle scuole delle 12 minoranze, con lo scopo di mantenere l’identità culturale e di preservarla.
È proprio questo l’aspetto meraviglioso della diversità, l’impegno nel mantenimento e nel preservare le differenze, più che sopprimerle e dimenticarle. Una grande lezione che la storia non smette di impartire.
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