Al nome di Giacomo Leopardi si associa immediatamente Recanati: il paese marchigiano nel quale è nato e ha trascorso gran parte della sua vita. Il Palazzo nel quale ha vissuto e in cui si è formato, insieme ai suoi amatissimi fratelli, si trova proprio ad un'estremità del centro storico della
città, così com'era proprio ai tempi del poeta.
Infatti, affacciandosi dalle finestre della Biblioteca e dagli appartamenti sovrastanti, poteva notare ogni giorno bambini che attraversavano la piazza rincorrendosi, artigiani occupati nel loro lavoro quotidiano oppure contadini che rientravano dalla campagna all'interno del borgo al termine della giornata lavorativa.
Ma quali sono i luoghi leopardiani?
Quello che il poeta vedeva affacciandosi sulla celebre Piazzola del “
Sabato del Villaggio” erano azioni quotidiane di personaggi estremamente semplici e spesso ignari di cosa ci fosse al di là dei loro confini quotidiani.
Attraversando la Piazzola del Sabato del Villaggio ci si accorge che essa è dominata da
Palazzo Leopardi, dalla Chiesa di Santa Maria di Montemorello e dalle altre proprietà della famiglia Leopardi: le antiche scuderie, oggi trasformate in bookshop e biglietteria e le abitazioni di alcune famiglie che popolavano il quartiere, tra cui quella di Teresa Fattorini, che il poeta ricorda nel canto "
A Silvia". Celebre è infatti l'abitazione della ragazza che Giacomo Leopardi ci descrive come una tessitrice, impegnata a lavorare per una famiglia nobile, qual era quella del poeta, che però morì piuttosto giovane a causa di una malattia.
La biblioteca diventa ben presto il luogo preferito di Giacomo, il luogo in cui poter soddisfare la sua inesauribile curiosità e fin da adolescente inizia a studiare da solo imparando le principali lingue europee e l’ebraico, oltre al greco e al latino che già conosceva. Per il poeta, frequentare la biblioteca significava combattere la noia a cui era destinato in una città periferica dello Stato Pontificio, come era appunto Recanati all'epoca.
A pochi passi da Palazzo Leopardi, non si può fare a meno di fare una passeggiata in uno dei luoghi più famosi d'Italia: il
Colle dell'Infinito.
Oggi il colle è un parco letterario, il luogo frequentato da Giacomo, uscendo dal giardino del suo Palazzo: un posto che rappresenta l'orizzonte spazio-temporale del poeta. Giacomo Leopardi compone “
L'infinito”, la sua poesia più celebre, all'età di 21 anni probabilmente poco dopo aver messo in atto un tentativo di fuga verso Milano, poi sventato dal Conte Monaldo Leopardi.
Altro luogo significativo in questo tour sulle orme del poeta è Piazza Leopardi, che si trova nel cuore della città. Accanto al Palazzo Comunale, ricco di memorie leopardiane e non solo, svetta l'imponente Torre del Borgo, ricordata da Giacomo Leopardi per il suono delle campane nella poesia "
Le Ricordanze" composta dal poeta nel 1829 dopo un breve soggiorno a Recanati. Essa viene dedicata al poeta proprio quando i cittadini recanatesi decidono di celebrare il poeta a 100 anni dalla sua nascita, nel 1898. In quell'occasione, venne posizionata anche una statua dedicata al poeta al centro della Piazza
Da non perdere anche la Chiesa di Sant'Agostino, risalente al XIV secolo, rimodellata nel XVI secolo su disegno del Bibiena: dal chiostro interno è visibile la torre resa celebre dalla poesia leopardiana "
Il passero solitario".
Recanati non fa parte dei percorsi mainstream del
turismo nella nostra Penisola, ma merita senza alcun dubbio una visita, anche da parte dei tanti
studenti e
cittadini stranieri che risiedono nel nostro Paese.
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