La rivoluzione della doppia laurea

La doppia laurea, ovvero la possibilità per gli studenti italiani di iscriversi contemporaneamente a due corsi di laurea, è entrata ufficialmente in vigore nell’anno accademico 2022-2023. La genesi di questo traguardo ha radici lontane e nasce dall’abrogazione della legge del 1933. Questa legge proibiva agli studenti universitari italiani di frequentare più corsi di laurea contemporaneamente, mettendoli in svantaggio rispetto a buona parte del sistema accademico europeo. Questo dislivello è stato parzialmente sanato dalla legge n. 33 del 12 Aprile 2022. Quali vantaggi porta al sistema accademico italiano? È un bene o un male? Scopriamolo insieme. Indice

Doppia laurea, una legge “spartiacque”

La doppia laurea rappresenta un elemento rivoluzionario nel panorama universitario italiano. L’Italia, infatti, vanta dei primati europei molto negativi nel campo dell’istruzione. Parliamo di basso numero di laureati, alta dispersione scolastica, strutture scolastiche fatiscenti, scarsi investimenti, alto tasso di studenti inattivi e conseguente mercato del lavoro bloccato e in stagnazione. Ipotizzare che la legge che permette due iscrizioni a corsi di studio contemporaneamente possa sanare i limiti sistemici del sistema-Italia è follia. Allo stesso tempo, è un chiaro incentivo da parte delle istituzioni universitarie, e non solo, verso la valorizzazione e la competitività degli studenti italiani.

A quali esigenze risponde la doppia laurea?

Questo sistema nasce per sopperire a un deficit strutturale di laureati qualificati, pronti ad essere impiegati nel mondo del lavoro. Si tratta di un annoso tema, quello della competitività dei laureati italiani in contesto europeo, che affligge generazioni di lavoratori e futuri lavoratori. Oltre ad essere in pochi, i laureati italiani difficilmente optano per facoltà con alti tassi di occupazione. Questo trend si concretizza nel paradosso del mercato del lavoro italiano: pochi laureati che non rispondono alle esigenze richieste e ricercate delle aziende. La possibilità di intraprendere un doppio percorso universitario permette ai volenterosi di portare a termine due obiettivi contemporaneamente, cosa non facile, ma comunque fattibile.

Una rivoluzione o un adeguamento?

Il sindacato Welcome Association Italy, tramite la divisione Academy dedicata alla valorizzazione professionale degli associati, è molto attivo in tema formazione. Per questo motivo abbiamo ritenuto indispensabile informare i nostri associati su un tema come quello della doppia laurea. In primis, bisogna ribadire che si tratta di un provvedimento quasi forzato per uniformare il mondo universitario italiano a quello europeo. Con le parole dell’ex Ministro dell’Università e della Ricerca (MIUR), ad oggi il MUR, Maria Cristina Messa: “l’approvazione di questo provvedimento rappresenta un grande risultato che consente al nostro Paese di fare un passo in avanti nella formazione universitaria, in linea con il contesto internazionale. (...) Garantiamo così ai giovani di poter avere anche questa opzione, che una legge del 1933 rendeva impossibile”.

La doppia laurea in 3 punti

Poiché si tratta di qualcosa di nuovo per il nostro Paese, molti si sono interrogati sulle implicazioni derivanti da tale possibilità. Proviamo a fare un po’ di chiarezza:
  • è consentita l’iscrizione a due corsi di laurea solo e soltanto se i piani di studio dei due corsi differiscono per almeno due terzi;
  • è possibile iscriversi a due Master, a due corsi di perfezionamento e anche a due diplomi seguendo la regola generale sopraelencata;
  • nel caso di doppia iscrizione universitaria, lo studente può usufruire di esonero, totale o parziale della retta per entrambi i corsi di laurea.

 I risultati attesi

Questa legge nasce dall’esigenza di ammodernare il comparto universitario italiano, immobile da troppo tempo, privo di riforme e di fondi e soggetto a tagli della spesa pubblica. Contemporaneamente, il provvedimento è volto ad agevolare l’interdisciplinarietà dei corsi di laurea, favorendo le sinergie tra i percorsi accademici e plasmando degli studenti più flessibili, formati e pronti per il mondo del lavoro. Non ci resta che aspettare per poter valutare i risultati di questo disegno di legge, con l’augurio che il provvedimento aiuti gli studenti italiani, nonché la futura classe dirigente, a migliorarsi e a migliorare

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