22 Novembre 2021 Redazione WAI
Cultura

La rivoluzione della birra artigianale in Italia

Venticinque anni fa non sapevamo cosa volesse dire Ipa e pensavamo che le birre si dividessero solo in due categorie: bionde o scure. Alla metà degli anni 90 era il deserto, di birra italiana di qualità nemmeno l’ombra e per poter trovare una birra decente, servita in modo appropriato, bisognava cercare una trappista belga o una stout irlandese in uno di quei rari pub gestiti da un titolare appassionato e competente.  

Come nasce la birra artigianale in Italia

I primi micro impianti di produzione in Italia sono nati nel 1996. Quando videro la luce sei piccoli birrifici: il Birrificio Italiano di Lurago Marinone, il Birrificio Lambrate di Milano, Le Baladin a Piozzo, Beba di Villar Perosa, il Mastro Birraio di Padova e il laziale birrificio Turbacci. È una data simbolica, poiché alcuni microbirrifici avevano aperto i battenti già qualche tempo prima. Risale agli anni 80 il primo esperimento di birrificio artigianale: nel 1985 Peppino Esposito aprì il suo minuscolo St. Josef’s a Sorrento, che ebbe però vita breve. A quel tempo un vuoto normativo, che creava non pochi problemi burocratici, l’assenza di una rete di fornitori specifici per il canale artigianale e anche un consumatore non troppo evoluto, trasformarono in meteora questa prima coraggiosa iniziativa.

Dalla nascita ai giorni nostri

Nel 2021 ricorrono i 25 anni dalla nascita della birra artigianale italiana. Dal 1996 ad oggi sono nati oltre 700 birrifici artigianali indipendenti e sono state proposte sul mercato circa 10.000 etichette. L’elemento che ha caratterizzato sin dall’inizio la scena italiana è stata l’assenza di una tradizione brassicola. Questa peculiarità ha rappresentato un’arma a doppio taglio. Da una parte ha permesso ai birrai italiani di sperimentare con libertà, poiché non vincolati da antiche consuetudini, dall’altra ha però richiesto una lunga fase di rodaggio, necessaria per acquisire le giuste competenze e potersi muovere con consapevolezza tra i vari stili birrari. Ad eccezione di alcune oasi felici, nei primi anni la qualità media delle produzioni è rimasta piuttosto deficitaria. Tuttavia il livello si è alzato anno dopo anno e oggi la situazione è ben diversa. Sono nati centinaia di birrifici e le birre artigianali sono diventate le protagoniste di sempre più numerosi eventi che richiamano folle di appassionati. Negli anni i birrai italiani si sono distinti per la loro creatività. Oggi possiamo orgogliosamente parlare di un vero e proprio “Made in Italy” che, in attesa di imminenti produzioni con malto e luppolo autoctoni, si manifesta principalmente in nuove tipologie come le birre alle castagne, al farro, alla frutta e quelle legate al mondo del vino. Tra il 2010 e il 2016 il totale delle aziende brassicole si è più che triplicato, passando da 270 a 927 unità. Il ritmo è rallentano decisamente negli ultimi due anni mostrando un contraccolpo abbastanza fisiologico dovuto alla pandemia, ma il bilancio si è comunque mantenuto in positivo. Oggi in Italia possiamo contare circa 850 produttori dotati di impianto proprio tra microbirrerie e brewpub.

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