Mentre negli USA la Corte Suprema proponeva di abolire la legge sull’aborto, e in Italia una celebre imprenditrice dichiarava di assumere solo
donne over quaranta, imbarazzando la comunità delle lavoratrici italiane, in Spagna ci si muove in direzione completamente opposta.
Il governo spagnolo si è candidato come leader del cambiamento verso la tutela delle
donne lavoratrici. È una notizia tanto discussa quanto apprezzata quella che arriva dai giornali della penisola iberica: Irene Montero, ministra spagnola delle pari opportunità ha avanzato un disegno di legge altamente innovativo in materia di diritti riproduttivi e sessuali.
La “Legge Organica per la Tutela dei Diritti Sessuali e Riproduttivi e la Garanzia dell’Interruzione Volontaria della Gravidanza” rappresenta un vero e proprio tentativo di snaturare diversi tabù che limitano la donna nel mondo del lavoro. Tra le varie misure proposte nel disegno di legge vi rientra anche il congedo mestruale, l’estensione del diritto all’interruzione di
gravidanza, e un sistema pubblico di contraccettivi.
Il congedo mestruale
Tra i punti più discussi di questo disegno di legge rientra certamente il congedo mestruale. Si tratterebbe di un permesso, certificato da un medico, di tre giorni al mese per le donne con un ciclo particolarmente doloroso, con sintomi come nausea, vomito e vertigini.
Questa innovazione, che unisce e migliora il mondo del lavoro e i diritti delle donne, scaturisce dai dati raccolti dalla Società spagnola di Ginecologia e Ostetricia, secondo la quale una donna su tre soffre di dismenorrea, sintomo di endometriosi. Queste patologie rendono il periodo mestruale un vero e proprio calvario per le lavoratrici, che ne subiscono le ripercussioni a livello personale e professionale.
Sguardo sul mondo
L’attenzione mediatica scaturita sul tema dei diritti delle donne in ambito lavorativo ha anche portato alla luce l’arretratezza dei Paesi Occidentali in questo ambito. In alcuni Paesi dell’Asia e dell’Africa, questi permessi per le donne che soffrono di mestruazioni invalidanti esistono da anni. In Giappone furono introdotti nel 1947, in Indonesia dal 1948 mentre nella civilissima Europa se ne dibatte nel 2022.
L’innovazione
Nonostante la presa di consapevolezza sull’arretratezza europea in materia di diritti riproduttivi e sessuali, agli atti resta la grande presa di consapevolezza sui problemi che le donne lavoratrici si trovano ad affrontare su base quotidiana. A fronte di una società che ostracizza la lavoratrice, la Spagna ha mosso il primo passo verso l’accettazione delle differenze di genere tra lavoratori. Possiamo solo sperare che questo esempio venga seguito e implementato, almeno a livello Europeo.
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