30 Novembre 2020 Carlo Palumbo
Cultura

La melodiosa ed affascinante lingua italiana

“Conoscere un'altra lingua significa avere una seconda anima.” Imperatore Carlo Magno Sapere una lingua straniera conferisce una libertà senza confini. Studiare l’italiano può sembrare molto difficile a volte, ma sicuramente vale la pena se poi si è in grado di leggere Dante, Manzoni o Lampedusa in lingua originale oppure capire il testo delle opere liriche più famose di tutti i tempi. Nonostante la sua tradizione letteraria antica e prestigiosa, la lingua italiana presenta alcune curiose limitazioni che la rendono bizzarra agli occhi di chi la impara come lingua straniera. Terminare le parole in consonante. Se ascoltate con attenzione una conversazione tra italofoni, vi accorgerete che utilizzano molto spesso parole inglesi. Fin qui tutto normale, molti spesso i termini vengono presi a presti da altre lingue. Ciò che rende curiosa la questione riguarda la pronuncia. Molti madrelingua italiani, infatti, non riescono a fare a meno di aggiungere una vocale muta indistinta alla fine di tutte le parole che finiscono in consonante. Il motivo è da ricercare nella natura della lingua italiana nella quale quasi tutte le parole, finiscono in vocale. Gli italiani sentono il bisogno di addolcire il tutto, e così aggiungono una vocale appena accennata a fine parola. Sicuramente esistono parole in italiano che finiscono per consonante e che non sono prestiti come: per, ad, con, il, un, ecc, ma queste parole sono legate foneticamente alla parola successiva, che finisce inevitabilmente in vocale. Non possono mai comparire alla fine di una frase. Distinguere frasi interrogative e affermative senza il tono. Nella maggior parte delle lingue europee, le domande vengono costruite con alcune strutture specifiche che definiscono la forma interrogativa. In italiano, però, questo costrutto non esiste. Il segreto degli italiani sta nella tonalità. Per capire se una frase è un’affermazione o una domanda, l’italofono tende l’orecchio verso le ultime sillabe. Se queste vengono pronunciate con un tono leggermente più alto rispetto al resto della frase, capisce che l’interlocutore gli sta chiedendo qualcosa. Nella lingua scritta, bisogna prestare attenzione alla punteggiatura. Esprimere la forma neutra di un sostantivo. Un’altra cosa che lascia sconvolti gli anglofoni, per esempio, che studiano l’italiano è il fatto che gli oggetti hanno un genere maschile o femminile. In inglese non succede, perché c’è il genere neutro. In alcuni casi, addirittura, lo stesso termine è maschile al singolare e femminile al plurale. La mancanza del genere neutro si fa sentire anche nella vita di tutti i giorni. Ad esempio: i nomi di professione sono quasi sempre declinati al maschile, anche quando sono svolti da donne. Il posto migliore per imparare una lingua è il paese dove viene usata. Forse sarebbe il caso di programmare un breve viaggio o un soggiorno in Italia. “Chi non conosce le lingue straniere non conosce nulla della propria.” Johann Wolfgang von Goethe

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