Ogni popolo, ogni nazione ha delle abitudini e consuetudini che lo distinguono e che magari, uno
straniero non conosce o non capisce.
Solitamente, si è molto rigidi in fatto di abitudini. Facile acquisirle, impossibile disfarsene o cambiarle.
Alcune consuetudini possono piacere e altre meno. Fra quelle poco graziose che caratterizza molti, non tutti, gli italiani è la mancanza di puntualità. Per un italiano, essere in ritardo non è un gran problema e non c’è motivo di lamentarsi. Per i cittadini provenienti da altri paesi può anche essere considerato una cosa offensiva.
Una cosa che gli stranieri notano è il fatto che gli italiani, in genere, parlano gesticolando. Quando si impara l’italiano sul posto, viene poi spontaneo imitare tutto, incluso il gesticolare. Poi sostituire un concetto che non riesci ad esprimere in
lingua italiana, con un solo gesto.
Immancabilmente, alcuni dei vezzi italiani sono legati al cibo. Anzi, più che vezzi, sono delle rigide regole. Per esempio, non sia mai che un italiano veda del formaggio grattugiato sopra la pasta al tonno.
La colazione dovrebbe essere il pasto più importante della giornata anche quello più calorico, ma non per l’italiano medio. Infatti, solitamente, questo pasto consiste in un caffè o cappuccino accompagnato con una brioche. Niente pancetta, uova o fagioli.
Ordinariamente, il cappuccino è una bevanda che in Italia viene consumata in mattinata. Se ordinata durante o dopo il pranzo, verrà sicuramente servita ma accompagnata con l’occhiata stranita del barista.
Il caffè invece, si consuma a tutte le ore del giorno, anche dopo cena. Il legame del popolo italiano con il caffè è una storia d’amore indissolubile, ma di questo parleremo un’altra volta.
Probabilmente, se
vivete o
studiate già in Italia, queste “regole” non scritte della cultura italiana, fanno parte della routine e forse sono diventate anche vostre. Se, invece, state programmando un
viaggio turistico in Italia, non vi sembreranno poi tanto strane queste convenzioni dopo aver già letto in merito.
É più facile rinunciare ad un sentimento che perdere un'abitudine.
MARCEL PROUST
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